Il Premio

 

 

 

 

 

 

 

L’OPERA PREMIATA

 

 

                        

SEZIONE A – OPERE CHE SIANO FRUTTO DI RICERCHE SPECIALISTICHE, ANCHE IN COLLEGAMENTO CON LE UNIVERSITA’

 

IL PORTO SEPOLTO DI PISA. Un’avventura archeologica

di Michael H. Sedge - Pratiche Editrice

 

IL LIBRO

(dalla presentazione nei risvolti di copertina)

 

“’E’ un cimitero di navi antiche’, mi sussurrò un giornalista mentre scendevamo gli scalini che conducevano nell’area degli scavi. Un cimitero, dove però un tempo erano fioriti i traffici di un porto urbano. Protetti da tettoie metalliche, apparvero i resti delle antiche navi di legno”.

Nel dicembre 1989 gli operai impegnati nei lavori di scavo per la costruzione di uno snodo ferroviario a Pisa, in località San Rossore, si imbatterono nei resti di una nave romana. Era solo l’inizio di uno dei capitoli più importanti nella storia dell’archeologia marina: infatti, mentre gli esperti tentavano di risalire alla provenienza del relitto, dalla terra riemersero altre quindici navi insieme ai moli e alle strutture di un antico porto. Michael H. Sedge ha seguito il progresso degli scavi di San Rossore intervistando gli archeologi, i geologi e gli storici coinvolti nel progetto.

 

L’AUTORE

 

Michael H. Sedge, giornalista americano, si è specializzato nello studio delle civiltà antiche del Mediterraneo. Per tre anni redattore per la rivista Scientific American Discovering Archaeology, Michael Sedge è l’autore di 20 libri, tra i quali The Adventure Guide to Italy e The Mediterranean Diet (con dott. Dario Giugliano).  Giornalista per 25 anni, ha lavorato per Discovery Channel, Newsweek, Panorama, e Time-Life.

Il libro Il Porto Sepolto di Pisa – per il quale ha recentemente ricevuto anche il premio giornalistico internazionale Rustichello da Pisa da parte della Regione Toscana – è stato pubblicato in Australia, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti l’anno scorso; in Italia è stato tradotto e pubblicato da Pratiche Editrice. Vive e lavora in Italia.

 

LA MOTIVAZIONE

 

Per lo straordinario interesse della scoperta archeologica che l’autore ci presenta, per la sua passione di giornalista che vuole, anzitutto, comprendere, e poi trasmettere l’entusiasmo, per quell’evento eccezionale, a chi non ha potuto viverlo da vicino. Un giornalista – dice l’autore – deve possedere una sete naturale di conoscenza e non deve mai stancarsi di rivolgere le domande infantili: “perché?”, “quando?”, e “che cosa succederebbe se…?”.  Così, di fronte alla provata esistenza di antiche vie navigabili vicino a Pisa, mentre si interrogava sulle ragioni di quelle tracce così a lungo scomparse, Sedge ha intervistato gli archeologi, i geologi e gli storici coinvolti nel progetto di recupero.  Così facendo, l’autore ha saputo trasformare la trattazione storicamente e tecnicamente approfondita, che rende scientificamente apprezzabile questo volume,  in un racconto ricco di suspence al pari di un’indagine poliziesca, così da rendere i contenuti apprezzabili per il pubblico vasto dei non specialisti.

 

 

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