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EDITORIALE

 

Alta velocità e contesti regionali

di Laura Facchinelli

 

 

 

  

 

C’è un grave problema, nel nostro Paese: l’incapacità di progettare il futuro. Miopia, mancanza della capacità e del coraggio di programmare sui tempi lunghi, sostanziale disinteresse per il bene comune e per le future generazioni: queste carenze si riflettono  in molti campi. La nostra rivista rileva, nella sfera di propria competenza, il ritardo nella realizzazione delle infrastrutture fondamentali per la circolazione delle persone e delle merci, a partire da quelle lungo le grandi direttrici europee.

Come rileva nell’articolo di apertura Maria Cristina Treu, curatrice di questo numero, nei prossimi decenni  la rete dei corridoi transeuropei di Alta Velocità e Alta Capacità contribuirà a ridisegnare le relazioni tra le regioni d’Europa e le nuove nazioni emergenti del sud e dell’est del mondo. Gli effetti attesi sono molteplici, ma in particolare il sistema infrastrutturale ha un ruolo strategico nello sviluppo di un territorio. Ecco perché il ritardo dell’Italia è grave: senza infrastrutture non c’è sviluppo.

La concentrazione di attività e investimenti dell’Unione Europea sul Corridoio 24 Lione/Genova-Basilea in direzione Rotterdam/Anversa e sul Corridoio V Lisbona-Kiev, che ci riguarda per l’attraversamento Lione-Torino-Milano-Trieste-Lubiana, definisce nuove opportunità da cogliere: l’Italia, data anche la sua collocazione geografica, può infatti svolgere un ruolo logistico di primaria importanza rispetto al Mediterraneo e alle aree più industrializzate dell’Europa. Lo sviluppo della rete europea costituisce però solo la cornice di riferimento: l’effettiva evoluzione si avrà solo se nei prossimi anni verranno intraprese azioni adeguate, a livello nazionale e a livello locale.

Ci sono aree cruciali per i flussi logistici: è il caso dell’area nord-occidentale del paese e della Regione Urbana Milanese. Due esperti ne analizzano le prospettive.

Da tempo si riflette, in Europa, sugli effetti delle infrastrutture di trasporto sulle modalità di trasformazione di città e paesaggio. Il rapporto tra infrastrutture e territorio è cambiato rispetto anche al recente passato: non si realizza più l’infrastruttura a servizio di una comunità, ma allo scopo di promuovere, a priori, l’urbanizzazione di contesti locali, per soddisfare precisi interessi. L’esempio che viene offerto riguarda un’area di confine fra le province di Mantova e Verona.

Costruire infrastrutture comporta responsabilità nei confronti dei territori attraversati, in particolare dal punto di vista paesaggistico. L’inserimento della linea TAV nell’area del Mugello è stata molto impattante: gli abitanti, dovendola subire,  hanno cercato di trasformare quell’opera in un’occasione di miglioramento del territorio.

Fra le opere in costruzione, è esemplare il corridoio del Gottardo, attualmente interessato da lavori di adeguamento della galleria e dei relativi collegamenti verso nord e verso sud. Nella sezione Forum abbiamo intervistato i responsabili della parte svizzera e di quella italiana dell’associazione Alta Capacità Gottardo, per confrontare obiettivi e stato degli interventi sui due versanti.

Se l’attenzione si concentra, generalmente, sulle grandi opere, tuttavia un sistema equilibrato dei trasporti non deve dimenticare la mobilità lenta, e in particolare la valorizzazione delle linee ferroviarie dismesse. I tratti esistenti sono molti e potrebbero essere collegati tra loro a formare una rete di greenways, piste ciclabili, percorsi di mobilità alternativa, alla luce di quanto è già stato attuato in altri paesi.

Si sviluppano molto rapidamente le tecnologie applicabili all’infomobilità: si tratta dell’insieme dei sistemi Intelligent Transport System, che offrono servizi finalizzati a migliorare l’efficienza, la qualità, la sicurezza e l’impatto ambientale della mobilità. Anche i veicoli elettrici costituiscono una prospettiva importante, e avranno un impulso notevole nei limiti sempre più rigidi imposti alla circolazione nei centri urbani. La tecnologia è dunque una scelta irrinunciabile per costruire il futuro.

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