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EDITORIALE

 

  

L’automobile in città

 

 

 

 

Se l’automobile è una costante della nostra vita, la sua presenza si fa pervasiva soprattutto in città. Il problema della mobilità investe in pieno il nostro paese, che vanta un parco veicoli di circa 40 milioni di unità, e diventa drammatico proprio nelle aree urbane e metropolitane, dove si concentra il 55% della popolazione e dove si verifica oltre il 60% degli spostamenti in automobile. Spostamenti che  in media non superano i 3-5 chilometri giornalieri e sono dedicati per il 30% alla ricerca di un parcheggio.

Della circolazione dei veicoli in città ci siamo occupati più volte, nella nostra rivista, volgendo l’attenzione non solo alle conseguenze ambientali (che si aggraveranno nel tempo, dati i nostri comportamenti irresponsabili), ma soprattutto alla inevitabile costruzione – galoppante, eppure non abbastanza veloce – di sempre nuove arterie di scorrimento, che a loro volta determinano inquinamento, spesso aree degradate e malessere. In questo numero ci interessano, invece, i veicoli fermi in sosta. Una questione non da poco, se è vero che un’automobile in media rimane parcheggiata per il 94% della sua vita.

Da una ventina d’anni la legislazione italiana ha affrontato in modo organico la realizzazione dei parcheggi, offrendo ai Comuni gli strumenti utili per la programmazione. Realizzare interventi in struttura è operazione assai complessa, data la necessità di inserire le nuove opere nel delicato contesto dei centri storici. Anche in un caso virtuoso come la città di Bolzano, dove fin dagli anni ’70 si è consentito ai privati la realizzazione di parcheggi sotterranei, a causa di un’insufficiente previsione normativa, talvolta l’intervento ipogeo risulta incoerente rispetto alla successiva sistemazione di superficie, e la piazza si limita a semplice copertura del parcheggio.

Le amministrazioni debbono favorire l’accessibilità dei centri urbani mediante la realizzazione di vie d’accesso e la predisposizione di parcheggi: in tal modo - dato che il 60% degli spostamenti e l’80% dei chilometri percorsi è legato ad attività di shopping - compiranno un’operazione strategica anche dal punto di vista economico.  

Certo è che, per rendere vivibile l’ambiente urbano, sarebbe opportuno non soltanto usare meno le automobili, ma anche possederne meno. Un gruppo di ricercatori europei coordinati dall’università di Roma ha testato un veicolo ecologico multiservizio che, nell’arco di 24 ore, cambiando cabina, può servire per distribuzione delle merci, car-sharing, taxi collettivo, raccolta dei rifiuti.

Esperienze interessanti ci vengono da altri paesi, come l’Olanda, dove istituzioni e progettisti cercano di agire sui dispositivi tecnici, ma anche di influenzare i comportamenti. In questo numero della rivista per la prima volta guardiamo alla Nuova Zelanda che, pur avendo una “storia di civilizzazione” di soli due secoli, ha saputo soddisfare le esigenze di mobilità avvalendosi di tecnologie e modalità innovative. Il Direttore della Scuola di Architettura di  Auckland confronta il suo paese a bassa densità di popolazione con le metropoli dell’Occidente, discutendo sulle funzioni che il progetto urbano può svolgere per consentire alla gente di vivere con dignità e sicurezza a prezzi accessibili.

Sono le conoscenze e i confronti con altre esperienze, che ci consentiranno di maturare idee nuove.

 

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