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EDITORIALE

  

L’Europa delle ferrovie ad alta velocità

 

 

 

 

 

Anche questo numero prende avvio con alcune esperienze maturate in altri paesi. E’ una nostra scelta precisa, quella di analizzare le situazioni oltre i confini, perché siamo convinti che il primo passo per progredire sia tener conto degli esempi positivi, possibilmente per imitarli, e di quelli negativi, che costituiscono uno specchio utilissimo per riconoscere i propri errori. Una cosa è certa: la Francia è l’antesignana, in Europa, di un potenziamento del servizio ferroviario che ha ridotto drasticamente i tempi di percorrenza e quindi ha reso l’opzione-treno interessante, invogliante. Anche in Germania è già operante una rete ad alta velocità. In Italia, invece, i programmi scontano anni di incertezze  e solo ora si lavora velocemente su alcune linee, mentre il quadro d’insieme è completato solo sulla carta: per alcuni tratti, infatti, ci sono soluzioni tecniche ancora da discutere, valutazioni incomplete delle conseguenze ambientali e proteste delle comunità locali.

Ma l’alta velocità ferroviaria è una soluzione valida in assoluto? Oppure l’equazione treno uguale maggiore funzionalità e rispetto ambientale è solo un’astrazione? Le linee ad alta velocità fino ad ora realizzate hanno visto livelli di utilizzo al di sotto delle potenzialità. Pertanto anche nel nostro Paese, secondo alcuni economisti, i traffici prevedibili non giustificano il costo elevatissimo delle opere, anche perché la ferrovia subirà la concorrenza sempre più incisiva dell’autostrada e dei voli low-cost. Comunque solo l’integrazione con servizi di trasporto di tipo regionale e locale permetterà di diffondere gli effetti positivi del potenziamento ferroviario su un’area più vasta.

Le nuove linee ferroviarie richiedono nuove stazioni. Anche in Polonia si stanno sviluppando, con le linee veloci, progetti tesi a valorizzare le principali stazioni. In Francia le stazioni dell’alta velocità, concepite come grandi poli intermodali,  sono state spesso progettate dai grandi nomi dell’architettura. In Italia, fra i progetti vincitori dei concorsi per le stazioni AV, quello di Napoli Afragola prevede una struttura-ponte concepita da Zaha Hadid, con grande libertà inventiva, come elemento di trasformazione dell’area  circostante.

Nella rubrica “Forum” l’intervista alla senatrice Anna Donati affronta il tema dell’ambiente in una concezione che comprende la salvaguardia della natura, la riduzione delle fonti inquinanti legate, come sappiamo bene, all’uso sempre più esteso degli autoveicoli, ma anche l’equilibrio e la bellezza del paesaggio costruito. Ci chiediamo: chi oggi distoglie lo sguardo dai nostri luoghi senza qualità potrà, un giorno, contemplare un nuovo Rinascimento?   

 

 

 

 

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