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EDITORIALE

  

Luoghi del commercio e mobilità

 

 Un’indagine sulle attività del commercio – siano i negozi di quartiere o i grandi centri fuori dell’abitato – potrebbe sembrare estranea al nostro tema delle infrastrutture di trasporto, invece le relazioni sono molteplici e a volte sorprendenti.

Il commercio è ormai legato strettamente all’automobile e alle strade e se, in città, si instaura una relazione di amore-odio col veicolo (che avvicina il cliente al negozio, ma rende invivibili  strade e piazze del centro), al di fuori delle aree urbane, lungo le principali arterie di collegamento, si collocano  i megacentri, che risucchiano folle di patiti dello shopping anche perché sono dotati di parcheggi, grandi e gratuiti. Così dalle città escono gli acquirenti e, poco a poco, anche i negozi: un problema per le città (che si svuotano), un problema per le strade (che si ingolfano, poi si moltiplicano). Certo è che il rapporto fra spazi del commercio, strade e modi di spostarsi è molto cambiato a partire dagli anni Sessanta, e ormai i piani urbanistici non possono non tener conto della nuova realtà.

In proposito pubblichiamo un contributo dal Portogallo, dove un piano della mobilità attuato nella città di Porto ha disciplinato il traffico fra le ostilità dei commercianti, e un altro dall’Inghilterra, dove si tenta di rivitalizzare i centri urbani facendovi rientrare proprio i luoghi del commercio. Fra le esperienze di casa nostra, esaminiamo quella delle aree “a dispersione abitativa” come Veneto, Lombardia e Marche; accenniamo inoltre alle sperimentazioni di “logistica urbana”, che puntano a ridurre l’impatto ambientale del trasporto merci in città.

Se tracciati stradali e nodi infrastrutturali attraggono le attività  commerciali, le stazioni ferroviarie stanno vivendo una radicale trasformazione: collocate, come sono, in centro città, costituiscono infatti un luogo privilegiato del commercio, che non punta solo sul viaggiatore ma anche sul residente. Accade in Italia, ma anche nel lontano Giappone: a Tokyo le maggiori compagnie private gestiscono, oltre a ferrovie e metrò, anche grandi magazzini, supermercati, alberghi. Il fenomeno riguarda anche le piccole stazioni, che in Svizzera sono state rivitalizzante insediandovi nuovi servizi.

Intanto cambia il paesaggio, che è ormai irriconoscibile rispetto agli incontaminati e amatissimi panorami del Grand Tour: sulle modalità di questa trasformazione interviene, nella rubrica “Forum”, un grande architetto. E uno studioso di infrastrutture si sofferma sui piloni di sostegno degli elettrodotti, elementi minimi ma disseminati nel territorio, che costituiscono un’irrinunciabile occasione di progetto. 

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