L’OPERA PREMIATA

VETRO

di Giuseppe Furno

Longanesi

 

L’AUTORE

 

Nato a Roma nel 1953. Laurea in Lettere Moderne, indirizzo antropologico-culturale, presso l'Università La Sapienza di Roma. È un affermato sceneggiatore per il cinema e la televisione, per cui ha scritto molte serie trasmesse dalla RAI.

Ha collaborato con il manifesto, il Messaggero, l'Europeo e la rivista di cinema Movie.

Ha pubblicato due guide: In treno alla scoperta dell'Abruzzo, Iter, Lozzi e Rossi 1995;

In treno alla scoperta del Lazio 1-2, Guide Iter, Roma 1994.

Nel 2007 ha pubblicato Cronache di un disinfestatore, ATì editore selezionato per il Campiello 2007 e finalista al premio Corrado Alvaro opera prima. Sempre nel 2007: Morire è un movimento semplice (racconto, su AA. VV. Omicidi all'italiana, Mondadori - Colorado Noir, Milano 2007).

Col romanzo Vetro ha vinto la XXIX edizione del Premio Hemingway per la Narrativa 2013.

Vive a Roma.

 

IL LIBRO

 

Venezia 1569. Andrea Loredan, secondogenito del doge, ha scelto di stare dalla parte dei poveri, dei diseredati, in difesa dei quali impiega la sua esperienza di avvocato. Quando, in una notte di settembre, le polveriere dell’Arsenale esplodono, radendo al suolo una parte della città, Andrea si prodiga per dare soccorso ai feriti e raccoglie così le ultime, enigmatiche parole della badessa di un

convento: “Cerca la verità senza paura…” È il primo tassello di un mistero che lo coinvolgerà in una vicenda oscura e terribile, una storia di spionaggio e controspionaggio, sullo sfondo di una Venezia che custodisce da secoli sia biblioteche nascoste, cercate dall'Inquisizione romana, sia i segreti dell’arte del vetro, segreti che possono uccidere…

 

LE MOTIVAZIONI

 

La vicenda si svolge nella Venezia del 500, che Giuseppe Furno ha studiato negli archivi con una passione curiosa e instancabile e, soprattutto, con un grande amore per la città di Venezia.

Così, nelle quasi 800 pagine del libro, incontriamo una realtà viva, ricostruita nei minimi dettagli dei luoghi urbani e degli interni domestici, degli oggetti d’uso e dei mestieri, dei pensieri e dei gesti. È un’operazione interessante e preziosa, quella condotta dall’autore. Il quale, partendo dai documenti storici, tesse una vicenda incalzante e ricca di suspence che traduce - grazie alla sua esperienza di sceneggiatore – in sequenze di grande impatto “visivo”, ispirate al linguaggio cinematografico. Il romanzo di Furno concilia il rigore di un resoconto saggistico con l’inventiva del narratore capace di coinvolgere un pubblico vasto.

 

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